• 17 Aprile 2019

Venezia: la sintesi di una esperienza

Venezia: la sintesi di una esperienza

Venezia: la sintesi di una esperienza 560 315 Karis Foundation Rimini

Pubblichiamo gli interventi degli studenti delle classi prime e seconde classico e scientifico dei licei Karis, fatti in occasione dell’assemblea di istituto svoltasi al rientro dal viaggio di istruzione a Venezia.

Lo stupore per le parole di esperienza espresse liberamente dagli studenti Karis durante l’assemblea, testimonia infatti come il Viaggio di Istruzione continui a essere un elemento chiave nella formazione dei nostri ragazzi, dove l’esperienza personale e diretta svolge un ruolo fondamentale.

MR: Io parto sempre con delle domande, e torno che ne ho il doppio… In questa gita ho avuto molte risposte. Ho trovato qualcosa che mi riguarda molto: ieri avevo la domanda su perché si debba soffrire per arrivare a vedere qualcosa di bello [Dio potrebbe dartele subito, ma sa che le cose sono più tue se le raggiungi tu]; son 2 anni che mi chiedo perché valga la pena far grammatica greca e latina per arrivare al triennio…e ieri a San Rocco ho avuto la risposta. Non solo cercare la bellezza dove è, ma cercare di crearla.

LE: l0 scorso anno  la gita non mi era piaciuta particolarmente: non ascoltavo nulla delle spiegazioni e non mi è rimasto niente. Quest’anno ho guardato tutto con una prospettiva diversa, con meno superficialità e questo mi ha aiutato molto. A San Rocco ho colto delle cose che non avrei mai colto da sola; anche a Palazzo ducale, ho colto dettagli che non avrei notato se non avessi studiato.

EC: penso vi siate divertiti tutti, quindi sottolineo solo una cosa: quelli di seconda che spiegavano, ci guardavano come se volessero trasmetterci qualcosa di importante. É stato istruttivo, perché ci hanno fatto capire che erano lì per noi.

LM: anche per me questa gita è un inizio (devo metabolizzare ancora…). Mi sono accorta di una cosa: perché i veneziani hanno continuato a vivere a Venezia? Secondo me perché le persone fanno la differenza: se pensiamo alla strada più bella del mondo, con la casa più bella del mondo, ma senza persone, non sarebbe la casa più bella del mondo. Siccome l’unico modo per spostarsi a Venezia è andare a piedi, questo influisce sul creare relazioni.

BC: sono rimasta particolarmente colpita dalla galleria dell’accademia: mi ha colpito quanta bellezza ci fosse in una sola stanza (e si notava anche nelle strade, anche solo dalla finestra di un edificio).

LF: io non sono un gran amante dell’arte…ma a san Rocco ho provato a stare attento e non pensavo fosse cosi interessante. Per me è stato importante anche il rapporto con i professori, che in questa gita ho visto come amici.

CP: mi stavo chiedendo 5 minuti fa “ieri quando stavamo aspettando di entrare a San Salvador e ci siamo trovati davanti a quella parata, entrati, sulla porta della Chiesa ci siamo abbiamo visto il cartello ‘vietato entrare con le maschere'”. Davanti alla tela il prof. ci ha detto che quel quadro era pura carnalità e che era senza “maschera”. Quindi il cartello appeso all’ingresso vietava appena di entrare con una maschera sul viso, o chiedeva di entrare senza una maschera su noi stessi? Mi ha fatto chiedere se io sono stata davanti a quella tela con una maschera o senza.

NS: la domanda che ho avuto per tutta la gita è stata: come posso godermi tutto? Ancora non ho trovato una risposta…
In questo periodo mi trovo in una situazione difficile e in questo la gita mi è servita molto (a non scappare).
Per rispondere alla C. , davanti alle opere era difficile portare una maschera perché colpiva.

AB: la cosa che mi è rimasta dall’inizio alla fine è stata la domanda che hanno fatto i prof. in partenza per la gita: perché in un periodo di bruttezza totale rendere il posto così bello? Io sono una molto pratica, mi piacciono i fatti. E questo mi ha fatto domandare: in un momento in cui non avrei voglia di niente, in cui sono arrabbiata, perché dovrei studiare? Me lo son chiesta io, ma se lo son chiesto anche loro!

CV: San Rocco mi ha colpito più di tutto il resto. Secondo me l’artista era psicopatico, perché è rimasto lì a fare il suo lavoro, senza sapere quale sarebbe stato il risultato… la prof. mi ha spiegato che ha fatto la cosa che gli sembrava giusta. Ho capito che devo riflettere sulle cose, mentre di solito faccio di testa mia. È stata una gita più educativa di Roma nei miei confronti.

AF: mi ha colpito la pietà di Tiziano che ci ha spiegato la prof.ssa Bizzocchi: il pittore si è messo davanti alla peste, davanti alla drammaticità, così com era, senza maschera. Ed è quello che desidero io.

AG: mi ha colpito una domanda che mi son posta e ci hanno posto: perché sono rimasti? Peste ogni 2 anni, tutti morivano… mi ha colpito, in particolare, che abbiano detto che questa precarietà possa essere un pregio. Allora ho chiesto alla prof.ssa cosa volesse dire che la precarietà potesse essere un pregio e mi ha fatto un esempio che mi ha aiutato a capire.

GA: mi hanno colpito tutti , soprattutto i prof. che hanno spiegato le opere che abbiamo visitato. Perché si vedeva che erano accesi da un interesse per quello che dicevano, non erano solo delle “guide”. Io ho molto questa domanda: si può avere così tanto interesse studiando la grammatica e non soltanto per prendere bei voti e far felici i genitori? Si può studiare per sé ?

MF: io non so dire cosa mi abbia colpito, non so rispondere alla domanda “perché sono rimasti?” Io non l’ avrei fatto. Vorrei capire che cosa vi siete risposti.

MM: è molto interessante vedere come molte cose che io non avevo notato mi stiano aiutando a entrare nel vivo di quello che abbiamo vissuto. Neanche io mi sono risposta pienamente a questa domanda, forse neanche fra 50 anni… ma son certa che è una cosa che va avanti vivendo. lo scorso anno ero andata in crisi davanti al Pantheon: mi chiedevo cosa avrei fatto io in confronto… penso che da grande voglio creare bellezza. Se l’anno scorso era il Pantheon, quest’anno sono queste domande, o la scuola di San Rocco. Sto cercando la strada per lasciare il segno per fare la  differenza.

LE: tu dici che non hai capito perché siano rimasti… allora ti chiedo: tu vieni da M. Ti sei dovuta trasferire… Non penso tu sia stata contenta di saperlo, lì per lì… per i veneziani è così. Forse è per questo che son voluti restare.

D: non voglio rispondere, ma parlare di come ho vissuto questa gita. Son stato a Venezia anni fa, ma l’ho vista con occhi diversi, grazie alle spiegazioni dei miei compagni e dei professori. Io non amo l’arte, ma ho visto cose che  possono essere un segno.

VC: L’anno scorso le cose mi entravano in un orecchio e mi uscivano dall’altro. Adesso invece vi ringrazio per quello che ci avete spiegato.

SB: mi è piaciuta molto la gita, in particolare quando siamo stati liberi per un’ora e abbiamo girato per Venezia. Pensavo di perdermi, invece mi son fidato di loro (i miei compagni) e siamo arrivati al punto di incontro.

CP: per rispondere a M.: parto dalla mia esperienza. In meno di un anno e mezzo mi son sentita chiedere molte volte perché resto nella mia scuola e nella mia classe…Io non so neanche bene come rispondere, e ho fatto una fatica immensa all’inizio. Ma non sono sola. Quelli che si sono buttati in acqua per salvarsi erano insieme. Questo può essere una ragione per cui hanno fatto di Venezia la loro casa.

GB: ero già stata un anno fa a Venezia e non mi era piaciuta. Ero partita con l’idea che mi sarei annoiata. Ma già dal primo giorno, quando abbiamo visitato Burano, mi sono accorta che sono io che faccio la differenza. Lì gli abitanti dipingono le case e curano la loro città…ho deciso che sono io che voglio decidere se colorare i muri o lasciarli bianchi, non voglio che siano le cose a dire l’ultima parola.

BC: Non voglio risponderti in maniera esaustiva, perché la risposta la trovi per strada andando avanti… secondo me i veneziani sono rimasti perché c’erano loro. Quello per loro era il posto migliore perché c’erano loro.

MB: sono stupita perché ho parlato l’ultimo giorno e pensavo che nessuno mi avrebbe ascoltato…invece siete stati a sentirmi e questo mi ha stupito.

GB: per me l’intrattenimento è stato importante , quindi anche i giochi. Sul perché i veneziani siano rimasti, tutti sanno che esiste la precarietà… molti vogliono sfuggirvi…ma loro sapevano che non potevano sfuggirvi, quindi ci sono stati e hanno avuto la forza di restare.

EC: da piccolo mi chiedevo come mai le persone passassero tanto tempo davanti a quelle tele… in gita mi son dato la risposta.

GP: io vi ringrazio perché se questa gita è stata cosi bella è stato per un pezzo di disponibilità che ciascuno ha dato. Il mio desiderio è aspettare non la prossima gita, ma oggi, domani, fra una secondo, qualcosa che mi ribalti…anche studiare la grammatica o scienze. Che possa riaccadere questa dinamica.

 

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